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Cos'è il burnout, quali sono le cause e come prevenirlo.

Cos'è il burnout, quali sono le cause e come prevenirlo.

Il burnout ha effetti negativi sulle performance del team. Scopri quali sono le cause e come l'HR e un piano di wellbeing possono aiutare a prevenirlo.

Lo stress lavorativo è un nemico silenzioso ma sempre in agguato. Se protratto a lungo nel tempo può trasformarsi in "burnout", lo sfinimento totale delle energie fisiche e mentali.

Negli ultimi anni sentiamo parlare sempre più spesso di questo problema, che sembra ormai essere diventato endemico in molti contesti professionali. Ma cosa significa burnout? Il burnout professionale è uno stato di prostrazione profonda causato dallo stress lavorativo cronico. Ci si sente svuotati, privi di motivazione e passione. Anche semplici gesti quotidiani possono risultare estenuanti.

Gli effetti del burnout non sono solo personali ma colpiscono in modo indiretto anche le aziende, in termini di abbassamento della produttività, aumento dell'assenteismo e del turnover. Ma chi colpisce il burnout? Cosa si può fare per prevenirlo? In questo articolo parleremo delle cause del burnout e di come una strategia che punta al wellbeing aziendale può fare la differenza.

1. Mancanza di equilibrio vita-lavoro

Vivere immersi nella routine professionale e dimenticarsi di staccare la spina anche solo per qualche ora, può trasformarsi in una trappola mentale dalla quale è difficile uscire. Senza pause e momenti ricreativi, la mente e il fisico finiscono per andare in tilt sotto lo stress di responsabilità e scadenze che si accavallano senza sosta. Il pericolo del burnout è sempre in agguato.

Le aziende hanno il dovere di tutelare il benessere delle persone, promuovendo policy dedicate al work-life balance. Lo smart working, adottato con criterio e flessibilità, può essere un ottimo strumento per conciliare lavoro e vita privata, magari accompagnati da una strategia di team building online.

Per evitare lo stress lavoro correlato e godersi la vita, è importante bilanciare il lavoro e la vita personale, sia in ufficio che fuori. La salute mentale passa anche da questi piccoli accorgimenti.

2. Burnout e ambiente di lavoro tossico

Un luogo di lavoro dovrebbe sempre rispecchiare i principi di collaborazione, fiducia e rispetto reciproco. Purtroppo, talvolta la frenesia quotidiana e dinamiche malsane possono contribuire a creare un ambiente tossico. Un contesto segnato da competitività estrema, scarsa comunicazione, manager autoritari, mobbing e stress costanti rappresenta un terreno fertilissimo per lo sviluppo del burnout.

Il lavoro dovrebbe essere fonte di realizzazione, non di frustrazione.

Per prevenire questi rischi è fondamentale che le aziende promuovano una cultura basata sul rispetto e sull’ascolto attivo. Migliorare lo spirito di squadra , creare un clima in cui ogni idea è preziosa, è così che si costruisce la fiducia necessario per dare il meglio.

Valorizzare i talenti di ciascuno, promuovere l'inclusione e l'empatia fa la differenza. Solo in un ambiente favorevole è possibile esprimere il proprio potenziale senza cadere nel burnout da stress lavorativo. Il cambiamento parte dal singolo, ma è compito di tutti renderlo possibile.

3. Mancanza di feedback

Ricevere feedback è indispensabile per moltiplicare i propri sforzi nella giusta direzione. Sapere cosa si sta facendo bene e cosa invece necessita di miglioramento aiuta ad accrescere l'efficacia e le proprie capacità. Purtroppo, in molte realtà aziendali i processi di valutazione delle performance risultano carenti o del tutto assenti. I lavoratori sono lasciati nel dubbio sul loro operato, senza ricevere utili spunti di crescita.

Questa mancanza di comunicazione diventa critica nel tempo, facendo sorgere insicurezza, demotivazione e senso di solitudine nell'affrontare le sfide quotidiane. Il rischio di burnout è in agguato.

Ricevere feedback continui e costruttivi che coinvolgano attivamente la persona, stimolandone la partecipazione e l'autovalutazione, è basilare per chiunque desideri migliorarsi. Le aziende dovrebbero dotarsi di sistemi di mentoring e coaching efficaci, in grado di monitorare costantemente pregi e difetti del team. Solo valorizzando ciascuno attraverso un confronto schietto ma senza mai demolire è possibile ottenere il massimo.

4. Non viene riconosciuto il lavoro svolto

Uno dei bisogni primari per chi lavora è sentirsi valorizzato e apprezzato per il proprio operato. Purtroppo, non sempre le aziende riescono a riconoscere concretamente i risultati raggiunti dai dipendenti. Quando sforzi e sacrifici quotidiani non vengono riconosciuti, è facile perdere motivazione ed entusiasmo. Ci si sente presi per scontati, nonostante tutti gli sforzi.

Questa diminuzione dell'autostima a lungo termine può tradursi in stress da lavoro e burnout. I dipendenti hanno bisogno di feedback positivi per alimentare impegno e responsabilizzazione.

Celebrare successi dei singoli e della squadra, anche quelli più piccoli, è fondamentale per il benessere psicofisico. Eventi aziendali, premi e bonus sono ottimi modi per ringraziare concretamente tutti i dipendenti. Ma basta anche partire da un semplice riconoscimento di fronte al team in occasione di un evento aziendale

5. Il lavoro non è stimolante

Svolgere sempre le stesse mansioni routinarie, senza novità stimolanti che alimentino la curiosità e la creatività, diciamocelo, è mentalmente debilitante.

Quando il lavoro smette di appagare e arricchire, si finisce per viverlo come un'oppressione da cui fuggire. La mente e lo spirito hanno invece bisogno di nutrirsi di continui stimoli.Una routine troppo ripetitiva e poco stimolante può facilmente generare noia, diminuzione delle prestazioni e, nel tempo, vero e proprio burnout.

Le aziende dovrebbero puntare a creare contesti job-enriching, attraverso continui momenti di formazione, attività che stimolino il pensiero laterale, rotazione tra ruoli e affiancamento in team multidiscplinari.

Anche programmi di team building o giornate formative e brainstorming creativi aiutano a infondere nuova linfa nelle persone.

6. Non ci sono prospettive di crescita

Ogni essere umano ha bisogno di evolversi e sentire che il proprio bagaglio di competenze è in continua espansione. Quando però il lavoro non prevede sbocchi concreti di crescita, si rischia di piombare nello sconforto.

Sentirsi bloccati nelle stesse mansioni per anni genera noia e paura di non progredire, influenzando in modo negativo la motivazione e il benessere mentale. Le persone hanno bisogno di stimoli per progredire costantemente nelle proprie capacità e aspirazioni.  

Le aziende dovrebbero investire con decisione nella formazione del personale, offrendo corsi di aggiornamento, rotazioni in diverse aree, opportunità di carriera. 

La crescita, se supportata, diventa fonte di maggior benessere psicofisico e produttività aziendale. Un circolo virtuoso da perseguire.

7. L’ambiente di lavoro non è equo

Un ambiente di lavoro sano dovrebbe essere basato su valori come equità, trasparenza e giustizia nei trattamenti economici e nei riconoscimenti. A volte ci sono favoritismi e privilegi ingiustificati che fanno sentire i dipendenti demotivati e insicuri.

Questa mancanza di equità nel tempo rovina la serenità del gruppo e peggiora la produttività. I lavoratori hanno l'impressione che le decisioni non si basino sul merito ma su altre cose.

Per evitarlo, le aziende devono avere regole chiare e trasparenti, da comunicare in fase di assunzione, nel momento dell’ onboarding e in modo costante nel percorso professionale. Anche i benefit e gli stipendi flessibili devono seguire princìpi etici.

Così si crea un ambiente di fiducia dove ognuno può dare il meglio migliorando la performance e stare bene.

8. I valori dell’azienda non sono in linea con i tuoi valori

Entrare ogni giorno in un ambiente di lavoro dove non ci si riconosce è davvero frustrante. Sentirsi in disaccordo con i valori e la cultura promossi dall'azienda genera un malessere che, nel tempo, può sfociare nello stress da lavoro.

Quando l'azienda non segue le stesse idee e valori, quando il modo di lavorare sembra sbagliato o ingiusto, è normale perdere la voglia e la motivazione. Ci si sente sempre più slegati dal contesto lavorativo, come pesci fuor d'acqua, proprio dove invece sarebbe importante sentirsi integrati in un progetto più grande condiviso.

La coerenza tra etica d'impresa e personalità di chi ci lavora è essenziale per il benessere di tutti ed il successo dell'azienda.

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